Incertezze, rischi e pericoli del cambiamento climatico
Nel 2050, le ondate di calore
come quella che nel 2003 provocò la morte di 15000 persone in Europa e
spinse le temperature di alcune città italiane sopra i 40 gradi per
diversi giorni, potrebbero sembrare addirittura fresche. E’ quello che
sostengono gli scienziati dell’Hadley Centre, una divisione del Servizio
Meteorologico inglese che si occupa di studiare i cambiamenti climatici. Nel loro
rapporto dal titolo “ Incertezze, rischi e pericoli del Cambiamento
Climatico” che sarà pubblicato e discusso oggi a Buenos Aires in seno alla
X Conferenza Mondiale sul Clima, si stima che la temperatura media del
pianeta crescerà di circa 3,5°C, ben oltre la soglia di 2°C ritenuta
dall’Unione Europea il limite per evitare un riscaldamento globale dagli
effetti catastrofici. Essi sostengono che la calotta glaciale della
Groenlandia potrebbe definitivamente scomparire, provocando un
innalzamento del livello dei mari di circa 7 metri. Questo potrebbe
verificarsi ad un ritmo di 5,5 mm all’anno che sommato ai 3 mm dovuti
all’espansione termica delle acque marine, potrebbe portare Londra, così
come Venezia o Catania o molte altre località marine, a fronteggiare
questa nuova minaccia già nell’arco del prossimo decennio. Una volta
avviato, il processo diventa irreversibile: sarà praticamente impossibile
che la calotta glaciale si riformi in Groenlandia. Il governo inglese ha
già stanziato 30 Milioni di Euro per lo studio degli effetti, che lo
scioglimento dei ghiacci avrà, sul clima del Regno Unito. Gli enormi
quantitativi di acqua fredda, provenienti dalla fusione della calotta
glaciale, che si riverserebbero nell’oceano Atlantico, potrebbero
rallentare o addirittura causare il blocco della corrente calda del Nord
Atlantico, la famosa Corrente del Golfo, facendo piombare la penisola
Scandinava e gran parte del Nord Europa in una nuova era glaciale. Il
Professor Niels Reeh dell’Istituto Polare Danese, che ha studiato i
ghiacci della Groenlandia per 20 anni, sostiene che tra il 1995 e il 1999
la perdita di ghiaccio è stata di circa 50 chilometri cubici per anno,
sufficienti a provocare un innalzamento del livello del mare di 0,13
millimetri/anno. Il rapporto continua mostrando che il riscaldamento
globale si è avuto anche durante i primi dieci mesi del 2004. Per quanto
riguarda l’area del Mediterraneo e la Sicilia, i modelli climatici sono
tutti concordi nel prevedere aumenti generalizzati delle temperature
compresi tra 4 e 5°C entro l’anno 2080. A fronte di questo aumento delle
temperature, le precipitazioni purtroppo sono previste in diminuzione ed
il modello prevede per il 2080 una perdita media nei quantitativi annui di
circa 100 mm. In tempi di crisi idrica, questa non è certo una buona
notizia. E’ pertanto necessario che ad ogni livello, politico,
amministrativo e sociale si adottino nuovi atteggiamenti tesi ad evitare
ogni spreco d’acqua, risorsa strategica, che diventerà in futuro sempre
più preziosa. Magg.
Franco Colombo
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